Ventitre01 intervista Stephen Von Mason
Ventitre01 interviews Stephen Von Mason
Ventitre01 presenta gli artisti selezionati per il catalogo 2014 con una serie di interviste dedicate ad esplorare la produzione, gli obiettivi e le principali caratteristiche dei singoli autori, cominciando con il pittore americano Stephen Von Mason.
Come definirebbe il suo percorso artistico?
I principali obiettivi professionali ai quali tende il mio percorso artistico comprendono l’inclusione nelle collezioni dei più importanti musei degli Stati Uniti e delle istituzioni espositive internazionali e in generale il far parte della storia dell’arte contemporanea, in modo tale da comparire nella disamina del panorama relativo al XX e al XXI secolo.
Come è possibile descrivere il panorama artistico attuale? La pluralità di forme e la commistione di linguaggi rappresentano un aspetto da valorizzare o un elemento disturbante nella definizione della propria identità artistica?
Le caratteristiche dell’arte contemporanea oggi ritornano costantemente, secondo me, nella maggior parte dei siti professionali di settore, come le gallerie e i musei che normalmente visito: una enorme quantità di immagini manipolate digitalmente, molta fotografia, arte concettuale, pittura astratta e installazioni. Credo che se un artista avvertisse la sensazione di non trovare spazio nel panorama attuale, allora dovrebbe contribuire con un’estetica diversa. Se questa è la sfida, l’obiettivo allora è rompere la nozione implicita riguardante chi crea l’Arte e cosa la rende Opera. Nel mio caso è la mia ricerca a farlo. Il mio lavoro è proporre immagini con figure di afroamericani e renderle usuali nelle sedi espositive che hanno un peso effettivo nel panorama artistico. Per farlo devo creare dell’arte che sia abbastanza significativa da poter figurare nelle collezioni.
Il progetto, l’idea, vengono prima dell’opera o si sviluppano intorno ad essa?
L’idea viene sempre prima della realizzazione dell’opera perché di solito ho dei soggetti specifici – campioni ed eroi – che desidero omaggiare e che scelgo prima di iniziare a dipingere. Se eseguo un dipinto su un luogo d’asilo (“Sanctuary”), questo è ispirato dalla profonda storia dell’esistenza “senza rifugio” (“Without Sanctuary”) degli afro americani che è terminata solo con gli anni ’70.
Qual è la sua visione del mercato dell’arte? Considera importante conoscerne le dinamiche?
Penso che il mercato sia una realtà molto competitiva perché la maggior parte delle opere importanti entra direttamente a quotazioni altissime, rendendo molto difficile mettersi al passo con l’intero fenomeno…ho in mente Jeff Koons o Damien Hirst. Come gestire questo aspetto rappresenta la vera sfida. Molte di queste opere sembrano non essere state neanche sfiorate da mano umana. È molto importante secondo me conoscere i meccanismi dell’intero processo.
Qual è il suo rapporto con il pubblico?
Ho un buon rapporto con il pubblico e lavoro costantemente per migliorarlo. Non posso occuparmi direttamente dello sguardo dell’osservatore, ma posso preoccuparmi della qualità del mio lavoro, che desidero sia comparabile a quella presente nelle istituzioni museali.
Come sviluppa il suo lavoro?
Innanzi tutto sviluppo l’idea, umanizzandola, poi procedo con I bozzetti, il disegno su tela e infine la pittura ad olio.
Quali tecniche ritiene di maggior interesse?
Personalmente mi interessano in via esclusiva la pittura ad olio e l’uso di colori acrilici e metallizzati, su tela e su carta.
Quali artisti contemporanei apprezza e/o considera vicini alla propria ispirazione?
1. Kerry James Marshall
2. Sandro Chia
3. Kehinde Wiley
4. Martin Puryear
5. David Hockney
Tecnologia, tecniche tradizionali, creatività, progettualità, importanza del soggetto. Come ha definito la propria cifra stilistica?
La mia matrice stilistica ha preso forma nel tempo, muovendosi dal realismo fino ad arrivare al surrealismo e all’espressionismo, e ancora tornando indietro ad uno stile figurativo stilizzato, che meglio esprime da un punto di vista pittorico i soggetti che voglio dipingere. Amo le campiture di colore, la pittura postmoderna degli anni ’80, la scultura classica/romantica e quella contemporanea presente nei siti pubblici, le miniature della pittura indiana. Mi colloco nel seguito della tradizione dell’arte europea e dell’estetica africana, attraversando entrambe. È una sfida il poter unire tutte le influenze e l’identità in un operato che sia universale in termini di impegno e sincero nei confronti di se stessi e della propria cultura.
How do you define your artistic path?
My three top professional goals:
1. To have my work collected by all the major Museums in the U.S.
2. To have my work collected by Art Museums Internationally
3. To be written in the historical narrative of Contemporary Art so when there is discussion about Art of the 20th and 21st Century, maybe my name is mentioned.
How it is possible to describe contemporary art’s horizon nowadays? Multiplicity of forms and a melting of languages can be seen as a valuable aspect or a confusing element throughout the definition process of the author’s artistic identity?
What I see in contemporary art today constantly reoccurs in most of the serious art websites, galleries and museums I visit. Tons of photographically manipulated images, a lot of photography, conceptual art, post abstract expressionist painting and installation art. I think if an artist feels there is no room for them in this current environment then one must bring a different esthetic. With this being the challenge, the task is to break the default notion about who creates art and what constitutes a work of art. I have my work cut out for me. My job is to try and make Black Figure images common place inside Institutions of Art that matter. To do this I have to create art that is powerful enough to be collected.
The project, the idea, comes before the artwork or within it, as it is taking shape?
The idea always comes before the artwork because usually I have specific champions and heroes I want to pay homage to and this is all worked out before I paint. If I do a painting about Sanctuary it is inspired by a deep history of existence “Without Sanctuary” for African Americans that didn’t end till the early 1970’s.
What is your perspective on the art market? Do you think it is important to know precisely how it works?
I think the Art Market is a tough place because many of the major works today enter the market at such a super expensive price that you cannot compete against this phenomenon …like a Jeff Koon’s or a Damien Hirst. How will you handle this, that’s the challenge. Most of these works look like they haven’t even been touched by human hands. It is very important to know how it all works.
What is your relation with the potential public? How do you feel about the eye of the observer?
My relationship with the current public is good and I am always working to improve it. I really can’t be concerned with the eye of the public but I am concerned about the quality of work I am producing. I want my work to be Museum quality.
How do you develop your work?
First by developing the ideas in my search for humanity, then I create the sketches, the drawing on the canvas and finally the oil paint on the canvas.
What kind of techniques are you most interested in?
I am only interested in oil paint, acrylic paint and metallic paint on canvas and paper.
Who are the contemporary artists you consider the closest to your inspiration? Who are the ones you appreciate most?
1. Kerry James Marshall
2. Sandro Chia
3. Kehinde Wiley
4. Martin Puryear
5. David Hockney
New media, traditional techniques, creativity, designing, importance of the matter. How did you choose your stylistic matrix? How do you work on it?
My stylistic matrix was developed over time moving from realism to surrealism to expressionism and finally back to a stylized figurative painting style that best expresses the ideas I want to paint about. I love color field painting, post modernist painters of the 1980’s, sculpture that is romantic classical and contemporary public site along with Indian Miniature Painting. I take my queues from an African esthetic and my European Art education to form a style of painting that gets my point across. It’s a challenge to merge all of the influences including identity into a work that is universal in terms of engagement and true to one’s self and culture.