Ventitre01 intervista Giuseppe Fontana

   Ventitre01 interviews Giuseppe Fontana

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Attraverso le risposte degli autori esploriamo le motivazioni, le tecniche, le sfumature personali della pratica artistica. Un approfondimento che arricchisce la presentazione delle opere collegando l'arte agli artisti e gli artisti al pubblico.

Prima di rispondere alle domande che abbiamo preparato, e che ci hanno permesso nel corso degli anni di far conoscere gli artisti in catalogo, provi a presentarci brevemente il suo lavoro, le motivazioni, i temi ricorrenti che lo animano e lo determinano.

Tutta la mia produzione artistica risponde esclusivamente all’ esigenza di soddisfare l’intima necessità di guardare dentro me stesso e ciò accade attraverso la rappresentazione grafica delle mie ossessioni. Lascio al subconscio la possibilità di mostrarsi attraverso le immagini, per poter essere osservato da fuori, ed è questo è il motivo per cui mi capita spesso di riprodurre e sviluppare lo stesso soggetto anche per lunghi periodi, fino ad esasperarne i contenuti per poi recuperarne i significati, anche a distanza di tempo.

Quando e come è iniziato il suo percorso artistico?

Il disegno è sempre stato uno svago ed un sostegno, fin dalla prima infanzia, una sorta di attività terapeutica che ancora oggi mi restituisce conforto. Ogni approccio all’ ideazione di un’opera è un esorcismo attraverso il quale concedermi la possibilità di analizzare quelle tematiche che nella vita restano sullo sfondo, o addirittura sommerse.

Come è possibile descrivere il panorama artistico attuale? La pluralità di forme e la commistione di linguaggi rappresentano un aspetto da valorizzare o un elemento disturbante nella definizione della propria identità artistica?

Sostanzialmente sono rimasto – volutamente - fuori da alcuni contesti. Mi risulta dunque difficoltoso avere la visione panoramica di un ambiente con il quale non interagisco se non in rare occasioni. Considero la sperimentazione che porta alla commistione dei linguaggi un’esigenza da assecondare sempre, soprattutto per il raggiungimento della soddisfazione personale. In merito alla validità del risultato di questa attività, c’è libertà sufficiente da permettere a chiunque di esporre i propri lavori sperimentali alla visione degli altri. Il marketing e le logiche di mercato possono fare la differenza e a quel punto il valore della creazione diventa convenzionale.

Il progetto, l’idea, vengono prima dell’opera o si sviluppano intorno ad essa?

L’idea nasce spontaneamente. Attraverso l’osservazione di una macchia di colore posso recuperare la visione di un ricordo, di una sensazione, oppure un concetto, che si palesa attraverso la forma astratta e che successivamente viene codificato e riproposto in forma di un’immagine quasi sempre metafora. Questo vale sia per i soggetti originali sia per le associazioni ad immagini popolari ricorrenti. Spesso ad esempio ho utilizzato quelle dei cartoni animati.

Qual è la sua visione del mercato dell’arte? Considera importante conoscerne le dinamiche?

Se dal mercato dell’arte si vuole trarre il giusto profitto credo sia fondamentale avere bene a mente la logica del suo funzionamento, ma di questo non mi sono mai interessato in quanto il mio lavoro, che resta la mia principale fonte di sostentamento, non ha nulla a che vedere con la mia attività artistica.

Qual è il suo rapporto con il pubblico?

In prevalenza si tratta di un rapporto virtuale, mi piace molto ricevere materiale fotografico, ciò mi permette di vedere la collocazione delle opere che ho la fortuna di vendere, e quando ho la possibilità di dialogare di persona mi piace ascoltare. Mi è capitato spesso di recuperare alcuni interessanti significati, anche dalla descrizione di chi osserva un mio quadro, lo considero un modo per avviare un processo di reciproca conoscenza, una buona occasione per confrontarsi e sentire che la forza dell’arte è anche quella di creare connessioni tra le persone, laddove ci siano i presupposti. In Italia si potrebbe incentivare questa dinamica per agevolare la diffusione di un aspetto culturale che spesso viene disatteso, ma questo è un discorso assai spinoso.

Fra le opere selezionate quale considera più riuscita?

Se al termine “riuscito” vogliamo dare una valenza personale, Cosmic Egg è sicuramente quella che mi ha dato maggiore soddisfazione. Il nome dell’opera mi è stato suggerito attraverso un social network, da un amico virtuale, che è riuscito a cogliere l’essenza di un personaggio portatore di un respiro talmente vasto da poter raggiungere quell’orizzonte cosmico tipico di uno spirito guida, e di questo si tratta.

Quali tecniche ritiene di maggior interesse?

Pur avendo svolto studi di natura artistica, mi ritengo un bravo autodidatta. Oltre all’acrilico, la tecnica che prediligo consiste nella capacità di ascoltare, osservare, connettere, e sospendere le attività fino al momento propizio, per poi riversare l’esperienza di una vita intera a servizio di una esigenza personale che diventa pratica artistica. Saper aspettare è necessario, anche con rassegnazione. il mio ultimo stop è durato venti anni, non si può essere artisti ogni giorno, o forse lo si può fare in modo diverso, lontano dai riconoscimenti, liberi dal giudizio, restando in silenzio quando non si ha nulla da dire e molto da capire. 

Quali artisti contemporanei apprezza e/o considera vicini alla propria ispirazione?

Sicuramente Walt Disney, Mark Ryden, e sopratutto Hayao Miyazaki, il quale ha toccato le corde più profonde della mia anima nel momento in cui erano pronte a vibrare. Pur non credendo che questo sia evidente nelle mie opere, immagino che sia giusto riconoscere nella sua produzione artistica la fonte primaria da cui è scaturita la mia. Il nome di mia figlia Nausicaa, è tratto proprio da un suo film di animazione, che vidi quando avevo circa quindici anni.

Before replying to the questions we prepared to let the people know better all the Artists we promote, we ask you to present briefly your work, the reasons that determine it, the recurring themes and subjects.

My whole artistic production reacts exclusively to the need of satisfying the inner necessity of a deep self looking. It happens through the graphical representation of my obsessions. I let my subconscious take the chance to be observed from the outside.This is the reason why I often play and develop the same theme or subject for long periods of time, pushing to the limits its contents for recovering the meanings, even from a distance.

When and how did your artistic path begin?

Since I was a child drawing has always been something amusing, a personal support. It was a kind of therapeutic activity that still gives me consolation. Every time I approach the creation of a new artwork I feel I am making an exorcism that gives me the opportunity to analyze those topics often lost in the background of our lives, or even submerged.

How it is possible to describe contemporary art’s horizon nowadays? Multiplicity of forms and a melting of languages can be seen as a valuable aspect or a confusing element throughout the definition process of the author’s artistic identity?

Basically I am - deliberately – out of some contexts, so it is difficult for me having a comprehensive outlook of a situation I do not interact with, except on rare occasions. I consider the experimental practice of arts a need that we always should grant, especially for the achievement of personal satisfaction, and it brings the mix of languages that characterizes nowadays horizon. For what concerns the good in the result, surely there is now enough freedom to allow anyone to exhibit his/her experimental work, facing the eye of others. Marketing and market dynamics can make the difference, but the value of the artwork becomes conventional to that point.

The project, the idea, come before the artwork or within it, as it is taking shape?

The idea comes out spontaneously. I can recognize a memory, a feeling or a concept in a spot of color. I see things expressed through the abstract form and then encoded and presented in a shape that is a metaphor almost always. This happens with original subjects and pop recurring images and pictures. For example, I use cartoon icons very often.

What is your perspective on the art market? Do you think it is important to know precisely how it works?

If someone wants to earn the right profit from the art market I think is important having clear in mind the logic of it, how it works, but I have never been interested in it, as my job, that is the main source of income for me, has nothing to do with my artistic production.

What is your relation with the potential public? How do you feel about the eye of the observer?

It is a virtual relationship for me, most of the time. I really appreciate to receive photographic material because this let me have a look of the new location of the artworks that I am lucky to sell. When I have the chance to talk directly to the people I like to listen. Many times I recovered some interesting meanings from the description of the observer and I consider it a good way to start a process of mutual understanding, and a good opportunity to meet and feel that the power of art is also something about creating connections between people, on the right basis. In Italy we should increase this process to make cultural communication easier, an aspect that is often ignored, and that is very difficult to face and discuss.

What is your favorite artwork among the selected ones?

Personally I think Cosmic Egg is definitely the one that gave me something more. The title of the artwork was suggested me by a virtual friend, on a social network. He caught the essence of a character that carries a breath so wide you can reach the cosmic horizon typical of a guiding spirit, and this is what is all about.

What kind of techniques are you most interested in?

Despite the performing of art studies in the past, I consider myself a good self-taught artist. Besides the acrylics, the technique I prefer is the ability to listen, observe, connect, and suspend activities until the right moment comes. Then I pour the experience of a lifetime in the artistic practice, along with the needs of my personal expression. Knowing how to wait, even with resignation, is necessary. My last stop went on for twenty years. No one can be an artist every day, or maybe it is possible to be it in a different ways, away from the scene, free from the judgment, remaining silent when there is nothing to say and so much to realize.

Who are the contemporary artists you consider the closest to your inspiration? Who are the ones you appreciate most?

Surely Walt Disney, Mark Ryden, and, above all, Hayao Miyazaki. His art touched the deepest chords of my soul when they were ready to vibrate. Even if it is not evident in my work, I guess it's fair define his art the primary source I drew from. The name of my daughter, Nausicaa, is inspired by one of his anime that I saw when I was about fifteen.

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