Verde Oltre Mare - The exhibition

 

 VERDE  OLTRE  MARE

 

 Antonella Tomei


 1|31 Maggio 2017


 Giardini Ravino - Forio

 Isola d' Ischia (NA)                 english version below

 

 

È un tempio la Natura ove viventi                                           La Nature est un temple où de vivants piliers

pilastri a volte confuse parole                                                 Laissent parfois sortir de confuses paroles;

mandano fuori; l’attraversa l’uomo                                         L’homme y passe à travers des forêts de symboles

tra foreste di simboli dagli occhi                                             Qui l’observent avec des regards familiers.

familiari. I profumi e i colori

e i suoni si rispondono come echi                                          Comme de longs échos qui de loin se confondent                              

lunghi che di lontano si confondono                                       Dans une ténébreuse et profonde unité,

in unità profonda e tenebrosa,                                              Vaste comme la nuit et comme la clarté,

vasta come la notte ed il chiarore.                                        Les parfums, les couleurs et les sons se répondent

Esistono profumi freschi come                                              

carni di bimbo, dolci come gli òboi,                                       Il est des parfums frais comme des chairs d’enfants,

e verdi come praterie; e degli altri                                        Doux comme les hautbois, verts comme les prairies,

corrotti, ricchi e trionfanti, che hanno                                 - Et d’autres, corrompus, riches et triomphants,

l’espansione propria alle infinite

cose, come l’incenso, l’ambra, il muschio,                           Ayant l’expansion des choses infinies,

il benzoino, e cantano dei sensi                                          Comme l’ambre, le musc, le benjoin et l’encens,

e dell’anima i lunghi rapimenti.                                            Qui chantent les transports de l’esprit et des sens.

 

Charles Baudelaire, Corrispondenze,                                  Charles Baudelaire, Correspondances,

da I fiori del male, trad. di Luigi De Nardis,                           Les Fleurs du Mal 

Le corrispondenze possiedono una curiosa indipendenza. Contrariamente alle affinità, innate o deliberatamente costruite, e alle simpatie, spontanee ma volatili, fanno risuonare echi imprevedibili quanto familiari. Associamo spesso il racconto della Natura all’Impressionismo. Ma gli impressionisti non raccontavano la Natura, bensì la Luce, attraverso la modernità di uno sguardo sensibile al qui e ora, alla superficie baluginante delle cose. L’Espressionismo ha esteriorizzato l’interiorità e l’individuo, di fronte alle cose e alla storia, raccontando l’anima e il pensiero che si trova al di là. Ha mostrato il buio e, più spesso di quanto si pensi, la vera natura del soggetto, che si manifesta attraverso la nostra percezione. 

Le Carnivore di Antonella Tomei, la palpitante Dionea, la Drosera stellata, fioriscono come i Fiori Rossi di Emil Nolde, e i filamenti e le spine si dilatano, si increspano, come le onde verdi e blu delle Nubi Estive dell’artista tedesco. La materia vegetale è lussureggiante, espansa, il carminio, rosato, carnale, è disseminato di bianchi densi, il verde del mondo vegetale sostituisce il blu, ma l’avvenuta esplosione che si mostra è la medesima. Natura che ribolle di vita, l’affermarsi dell’esistere, puro e semplice, che miracolosamente si trasmette attraverso la pittura. Nel 1906 Nolde trova improvvisamente ispirazione nella rivendicazione vitale di ogni foglia, in ogni brillante agglomerato di petali, sciogliendo le proprie resistenze e insoddisfazioni artistiche nelle piccole masse di colore, negli impasti dei rossi, dei blu, dei verdi e dei bianchi. Piccole tele raffigurano la vita splendente dei giardini che l’artista ritrae. 

Su quelle superfici ridotte ribolle la stessa ineluttabilità della fioritura che tanto colpisce guardando i pannelli della Carnivore. Un ribollire che si intride d’acqua scura nelle masse delle Succulente, producendo nuove gemme, come in Aquifer, o intessendo misteriosi bozzoli e geometrie, come in CactofiliaLo sviluppo delle opere di Antonella Tomei è, quasi sempre, in queste serie, verticale. Una verticalità discendente, che si oppone all’immagine arborea di rami svettanti che si slanciano verso il sole. Utricularia anfibia, altra implacabile Carnivora, si avventura negli abissi, come un fossile reso fluido dagli eventi. Saracenia dispiega il suo ricamo, una cicatrice curvilinea, un glifo arancio che fa da ornamento a una selva popolata da bianchi soffioni di taràssaco solidificati e da verdi nuovi, più rari, più scuri, dove l’occhio riposa in profondità. Le forme affascinanti delle Velenose si dispiegano sulla superficie come plastiche ali di pipistrello, e ogni rivolo di smalto è un aculeo, che attira e invita, al tempo stesso, alla prudenza. 

Su questo terreno fertile e ricco l’astrazione non è mai presente, e se il pensiero raggiunge l’opera di Kandinsky non è certo per soffermarsi sulla teorizzazione compiuta della forma e del colore, quanto, piuttosto, sulla musicalità dell’intuizione. È lecito pensare a tele come Quadro con tre macchie, n. 196 dipinto nel 1914, al suo cuore viola, giallo, verde, dal quale inizia il movimento centrale che coinvolge l’intera composizione, schiacciandola dolcemente come fosse tessuto organico. Ci si sofferma sull’andamento circolare delle aure irregolari che circondano la cellula, ornata da linee come graffi colorati, pronta a moltiplicarsi mentre fluttua avvolta da sfumature diluite. Le stesse assonanze visive sono presenti sulla superficie dei pannelli Campbell del MoMA, il n.1 e il n. 3, in particolare, eseguiti nello stesso anno dal grande maestro russo, e forse ispirati alle quattro stagioni, la cui verticalità, unità alla stessa mobile complessità da genesi, si accompagna stranamente all’orizzontalità turchese di Acqua Terra, rappresentate da Antonella Tomei con una commistione di grafismi e diluizioni.

“…ho imparato a disegnare la figura dal vero con i canoni classici. Man mano, la mia curiosità e la mia attenzione sono andate al colore come grande scienza che contraddistingue ogni singolo individuo, perché il colore che ci caratterizza è scritto nella pelle di ognuno di noi…mi sono impegnata a non scendere a compromessi: forme e colore dovranno porsi al servizio della libertà di espressione…”

Come nel caso dei pannelli Campbell, le intenzioni sono state superate dal gesto. Non è colore puro, astratto dall’esistente. È colore/materia in movimento, legato ai cicli naturali della vita, della crescita, della Natura.

Correspondences                                                                                                                                  

Nature is a temple where living pillars 
Let sometimes emerge confused words; 
Man crosses it through forests of symbols 
Which watch him with intimate eyes.          

Like those deep echoes that meet from afar 
In a dark and profound harmony, 
As vast as night and clarity, 
So perfumes, colors, tones answer each other.

There are perfumes fresh as children's flesh,
Soft as oboes, green as meadows,
And others, corrupted, rich, triumphant,

Possessing the diffusion of infinite things, 
Like amber, musk, incense and aromatic resin, 
Chanting the ecstasies of spirit and senses.

 Geoffrey Wagner, Selected Poems of Charles Baudelaire (NY: Grove Press, 1974)

Correspondences show a certain grade of independence. Affinities can be innate or deliberately constructed, the similarities seem unpredictable and superficial, but the echoes of correspondences always sound familiar. We often associate the narration of Nature to the Impressionism. But the Impressionists were not the storytellers of Nature. They painted the Light, through the modern blink of the here and now, showing the shiny surface of the things. Expressionism has externalized the individual inner self, in front of the objects and the history, giving shape to the soul and the thoughts that lies beyond. It showed the dark side and, more often, the colorful one, the true nature of the subject, that reveals itself to our perception. 

The Carnivore by Antonella Tomei, the heartbeating Dionaea, the star shaped Drosera, blossom like the Red Flowers painted by Emil Nolde, and the filaments and the thorns expand themselves, rippling as the green and blue waves of the German artist’s Summer CloudsIt is the same explosion, even if the green replaces the blue, and the matter is lush, expanded, its crimson becomes pink, like flesh speckled with dense white. The Nature is seething of life, it is the affirmation of the existence, pure and simple, that flows miraculously through the painting. In 1906 Nolde suddenly found inspiration in the living claim of each leaf, in each cluster of brilliant petals, dissolving all doubts and artistic dissatisfactions in the small masses of color, in the red pastes, the blue, the green and the white ones. These small paintings depict the life that shines in the gardens that they portray. 

On those surfaces is trembling the same inevitable blooming that chains the eye to the Carnivore panels. A boiling that soaks of dark water the shapes of the Succulente, producing new buds, as it happens on Aquifer, or weaving mysterious cocoons and geometries, as in CactofiliaThe orientation of the artworks created by Antonella Tomei is often vertical in these series. It is a vertical but descending axes, opposed to the usual image of branches reaching up towards the sun. Utricularia anfibia, another adamant Carnivora, ventures into the depths, like a fossil made fluid by the events. Saracenia unfolded her embroidery, a curved scar, an orange ornamental glyph in a forest of white solid dandelions and new greens, rare, darker, where the eye rests in depth. The fascinating forms of the Velenose unfold on the surface as plastic bat wings, and every tear of glaze is a stinger, which attracts and, at the same time, invites to be cautious. 

Looking at this soil, rich and fertile, it seems that abstraction never shows, and if the thought reaches the work of Kandinsky certainly it is not on the basis of the accomplished theory of color and shapes, but rather on the musicality of the intuition. It is reasonable to think of artwork like Picture with three spots, n. 196 painted in 1914, with his purple heart, that starts the central movement involving the whole composition, squeezing it gently like organic tissue. The eye rests on the progress of the irregular circular auras that surround the cell, decorated with colored lines, thin like scratches, ready to multiply while it is lying, floating, wrapped in dilute shades. The same visual correspondences are present on the surface of the Campbell MoMA panels, especially the # 1 and the # 3, painted during the same year by the great Russian artist, and perhaps inspired by the four seasons. Their verticality, mixed with the mobile complexity of the genesis, goes along curiously with the turquoise horizontality of Water and Earth, represented by Antonella Tomei with a merging of graphisms and dilutions.

"... I learned how to draw living figure by classical canons. Gradually, my curiosity and my attention went to the color as the great scientific mark that distinguishes the individuals, because the color that characterizes everyone of us is written into the skin of each one ... I can’t compromise: shapes and colors have to attend to freedom of expression ... "

As it happened for the Campbell panels, the intentions were overcome by the gesture. It is not pure color, abstract from the existent. It is colors/matter in perpetual motion, linked to the natural cycles of life, of growth, of Nature.

Note Critiche di Irene Marini - Direzione artistica Ventitre01 - 2107

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