Ventitre01 intervista Dario Sgarzini

 Ventitre01 interviews Dario Sgarzini

Una lunga chiacchierata con Dario Sgarzini, fra gli artisti selezionati per il 2015 presenti all'esposizione NOW ON, dal 16 al 23 maggio.

Prima di rispondere alle domande che abbiamo preparato e che ci hanno permesso nel corso degli anni di far conoscere gli artisti in catalogo, provi a presentarci brevemente il suo lavoro, le motivazioni, i temi ricorrenti che lo animano e lo determinano.

Ritengo di essere un caso un po' anomalo nel panorama artistico: dipingo la storia di un gatto su pannelli di polistirolo, e la espongo in vari contesti col nome di “Settima Vita Tour”. Il tema centrale del mio lavoro è il malessere di fondo che accompagna spesso le nostre vite, l'impressione che tutto sia un'illusione, in fondo una prigione, da cui è estremamente difficile evadere. Il gatto protagonista della mia storia passa attraverso un percorso di progressiva scoperta della vera natura della realtà e di se stesso fino a quella che nelle culture orientali viene definita “liberazione”. L'animale è solo un simbolo, perché l'osservatore inevitabilmente arriva ad identificare in questa storia momenti o periodi della propria vita. Questo lavoro è il risultato della mia passione per i gatti, lo zen e l'oriente, la magia e il mondo del sogno; frequenti, nei miei quadri, i rimandi all'esoterismo e alle tradizioni cosiddette “iniziatiche”, il tutto però interpretato con un pizzico di humour. Non volendo essere definito come “il pittore dei gatti”, sto preparando altre serie di lavori sui temi dell'inquinamento e degli eccessi tipici di quest'epoca.

Quando e come è iniziato il suo percorso artistico ?

Premetto di essere nato nel 1961 e, quindi di essere arrivato “tardi” a capire esattamente cosa volessi fare e come realizzarlo. Percorso interiore e percorso artistico hanno avuto tempi di sviluppo differenti; sapevo disegnare fin da bambino e in seguito ho frequentato l'istituto d'Arte, avevo una buona tecnica ma nessun idea centrale attorno a cui lavorare. Il percorso artistico vero e proprio è iniziato nel 2008 con le prime illustrazioni del libro “Settima Vita”; nel 2011 ho completato la storia e nello stesso anno ho iniziato a dipingere i primi quadri; solo nel 2014 ho esposto le prime 55 opere in una personale.

Come è possibile descrivere il panorama artistico attuale? La pluralità di forme e la commistione di linguaggi rappresentano un aspetto da valorizzare o un elemento disturbante nella definizione della propria identità artistica?

E' sempre difficile tentare di definire delle correnti con caratteristiche precise e non soggette a rapidi cambiamenti, probabilmente non è più il tempo per queste cose. Oggi è possibile avere un numero enorme di stimoli, tecniche, modelli cui ispirarsi, ma il rischio è quello della dispersione e, paradossalmente, quello di non riuscire a trovare mai uno stile unitario con cui identificarsi. Personalmente, cerco di autolimitarmi di fronte all'eccesso di informazioni.

Il progetto, l’idea, vengono prima dell’opera o si sviluppano intorno ad essa?

Nel mio caso il progetto è venuto prima, ma non escludo che sia valido anche il percorso inverso, cioè che sia l'opera a far crescere attorno a sé, in itinere, una coerenza fra idea e attività.

Qual è la sua visione del mercato dell’arte? Considera importante conoscerne le dinamiche?

Un certo tipo di mercato è l'unico mezzo, a mio avviso, per poter veder “girare” il proprio lavoro e uscire da un ambiente ristretto e limitato. Sì, può essere interessante conoscerne le dinamiche per capire dove la propria opera possa essere accolta al meglio, e quindi non sprecare tempo ed energie inutilmente; per contro, credo sia un cattivo modo di “fare arte” l'identificare le tendenze del mercato solo per adeguarvisi a tutti i costi.

Qual è il suo rapporto con il pubblico?

Ottimo, fondamentale, necessario. Ritengo una mostra “riuscita” quando ricevo domande sul mio lavoro, cosa mi ha spinto in questa direzione, quali difficoltà tecniche ho dovuto risolvere, ecc. Voglio che la mia percezione dell'esistenza passi attraverso i miei quadri e quando questo succede, quando vedo che il visitatore ha provato la mia stessa emozione, sento di aver raggiunto il mio obiettivo.

Fra le opere selezionate quale considera più riuscita?

Impossibile dirlo; mi sembra che il livello tecnico sia notevole un po' per tutte, e la loro varietà copre una vasta gamma di gusti. L'impressione generale è di freschezza e dinamismo.

Quali tecniche ritiene di maggior interesse?

Poiché nella maggior parte dei casi uso il polistirolo come supporto, l'acrilico è quasi una scelta obbligata. Non escludo però di usare in futuro altri tipi di supporto, più “tradizionali”, e quindi servirmi dei colori ad olio; in questa direzione mi piacerebbe anche provare la “vecchia” tempera all'uovo. Tutto questo non mi impedisce di utilizzare appieno le possibilità della computer grafica, specie in fase di progettazione, o di sperimentare nuovi prodotti non necessariamente legati al mondo della pittura. In parallelo con la pittura più “tradizionale” porto avanti l'interesse per la calligrafia cinese e giapponese, la cui tecnica di maneggio dei pennelli produce segni estremamente decorativi che considero efficaci nell'esprimere stati d'animo e atmosfere rarefatte.

Quali artisti contemporanei apprezza e/o considera vicini alla propria ispirazione?

Artisticamente credo di essere nato più come grafico e illustratore che come pittore e il mio lavoro è stato definito di genere “pop art” con contenuti vicini a Escher, almeno in alcuni passaggi, ma, francamente, non mi sono ispirato a nessun artista in particolare. Cerco di essere il più essenziale possibile nei miei lavori e di utilizzare pochi colori: queste apparenti limitazioni sono in realtà funzionali al mio tipo di lavoro e mi favoriscono nella ricerca della massima sintesi raggiungibile.

Before replying to the questions we prepared to let the people know better the Artists we promote, we ask you to present briefly your work, the reasons that determine it, the recurring themes and subjects.

I suppose I am an unusual presence on the art scene: I paint the story of a cat on polystyrene boards, and I show it in various contexts, naming the whole series the "Seventh Life Tour". The central theme of my work is the fundamental uneasiness often accompanying our lives, the sensation that everything is an illusion, a prison at last, a place it is extremely difficult to escape from. The cat that is the main character of my narrative goes through a process of progressive discovery of the true nature of reality and of himself, something called “liberation” in the Eastern cultures. The animal is only a metaphor, because the observer inevitably recognizes particular moments in his or her life that make people identify in the story. This group of artworks is the result of my passion for cats, Zen and the East, for the magic, and the world of dreams. The esoteric references and the traditions of the so-called "initiation" paths are frequent in my paintings, but I always add a touch of humor. I prefer not to be defined as "the painter of cats," so I have been preparing other series of artworks, about the environmental pollution and the excesses that I find typical of this era.

When and how did your artistic path begin?

First of all I must say I was born in 1961, so I succeeded "late" in understanding exactly what I wanted to do and how to make it. My inner journey and the artistic path had different growing times; I use to draw since I was a child and later I attended to the Art Institute, but although I had always good skills I was searching for a main idea to work on. The artistic career began in 2008 with the first illustrations of the book "Seventh Life", and in 2011 I completed the hole story. The same year I began to paint the first works, but only in 2014 I had my first solo art exhibition including the first 55 artworks of the series.

How it is possible to describe contemporary art’s horizon nowadays? Multiplicity of forms and a melting of languages can be seen as a valuable aspect or a confusing element throughout the definition process of the author’s artistic identity?

It's always difficult to define collective currents with defined features that are not subject to sudden changes, probably there is no longer time for this kind of things. Nowadays it is possible to access to a large amount of creative urges, influences, techniques, role models. The risk is a dispersion of energy and, paradoxically, the impossibility of finding a coherent style to identify with. Personally, I try to fix boundaries when I find myself facing an excess of information.

The project, the idea, come before the artwork or within it, as it is taking shape?

The project came first for me, but it is also valid the reverse path, the work that evolves around itself, in a progression that is the coherence which combine the idea and the making.

What is your perspective on the art market? Do you think it is important to know precisely how it works?

I consider a certain kind of market the only way to let the artworks getting around, reaching people beyond limited means. So it can be interesting knowing the market dynamics in order to understand where the artworks can be better accepted, avoiding wastes of time and energy in vain. Besides, I think it is worse making art only to identify with the market trends, to adapt in every way to these supposed request.

What is your relation with the potential public? How do you feel about the eye of the observer?

It is great, fundamental, necessary. I consider an exhibition successful only when I hear questions about my work, what pushed me on in this direction, what kind of difficulties I had to solve technically, and so on. I want my perception of existence being seen step by step through my paintings and when I know this happens, when I see that people feel the same emotions I felt, then I reach my goal.

What is your favorite artwork among the selected ones?

It is impossible for me to say; I think that the technical level is remarkable for them all, and the fact they belong to many different kinds make them suitable for a wide range of tastes. The general feeling is of freshness, and dynamism.

What kind of techniques are you most interested in?

I generally use the polystyrene as a support, so the acrylic is the obvious choice, but I might use soon another medium, more "traditional", experimenting with oil painting. Following this hint I also would like to try the "old" egg gouache. All of these consideration don’t stop me to use successfully the computer graphics, particularly in the design phase, or test new products not necessarily related to the world of painting. At the same time in fact, along with the interest in traditional painting techniques, I pursuit the interest for the Chinese and the Japanese calligraphy. Its technical use of brushes allow to obtain marks that I consider extremely decorative and effective in expressing particular moods and evanescent atmospheres.

Who are the contemporary artists you consider the closest to your inspiration? Who are the ones you appreciate most?

Artistically speaking I think I began as a graphic designer and illustrator, instead of being painter, and my artworks have been defined as "pop art" with accents close to some kind of Escher style, and it can be true for some features at last but, honestly, I didn’t feel inspired by any artist in particular. I try to reach the essential as much as it is possible in my artworks and I use only a few colors: these apparent limitations are absolutely useful for my kind of research, improving the results on the way for the maximum synthesis.

 

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