Lettera aperta dalla Direzione
Non voglio annoiarvi. Credo che un grazie sentito, trasmesso pubblicamente a tutti voi per 2000 visite al sito e oltre 500 richieste di informazioni
durante i primi giorni di presenza on line esprima il mio pensiero meglio di altre formule.
La concretezza dei fatti veicola i significati più delle parole, dunque ne userò poche, in attesa di portare alla Vostra attenzione risultati concreti.
Quanto vorrei chiarire a chi si sta dimostrando interessato a chi siamo e a cosa facciamo, è la ragione per la quale mi trovo qui, il motivo che mi ha portato ad assumere la direzione di una associazione non profit, e, quindi, perché Ventitre01 esiste, ed esiste in questa forma.
Credo sia corretto da parte mia farlo, e farlo ora, proprio quando i fatti, ancora, sono in preparazione.
Ho guardato il mondo dell’arte dall’esterno, l’ho osservato da una prospettiva imprenditoriale, scientifica, la mia.
E il mondo dell'arte, da cui sono sempre stato attratto, e con il quale ho avuto ripetute occasioni di entrare in contatto, sembra sfuggirmi. Sfuggenti la forma, la continuità dei percorsi, la consistenza di quella nebbia che a volte, troppe dal mio punto di vista, avvolge inspiegabilmente i risultati e condanna le possibilità. Dal mio punto di vista è il reiterarsi di una dinamica commerciale fuori dal tempo, vecchia, non antica. Una dinamica che prevede il vantaggio per una cerchia ristretta, che ha potere, e lo esercita, su chi possiede il prodotto ma non può distribuirlo.
Come può un settore emergente perché costantemente rinnovabile trovarsi ad affrontare una crisi di mezzi in assenza di una crisi creativa? L'artista, mistificato, nascosto, perde il ruolo di protagonista, e ed è il suo progetto ad adattarsi alla richiesta.
Può darsi che la mia personale visione non corrisponda alla situazione reale.
In questo caso sarei contento di allargare i miei orizzonti aiutato dalle vostre opinioni, ma nel frattempo non posso evitare di continuare a chiedermi perché chi si è formato come libero professionista generalmente raggiunge uno standard professionale definito mentre chi studia e sperimenta un percorso artistico, anche strutturato e solido, spesso è costretto a lavorare in altri settori nell’attesa costante di un’opportunità. Mi fermo qui, il senso dovrebbe essere chiaro.
Ventitre01 non nasce come risposta ai miei personali interrogativi. Nasce conseguentemente ad essi, con l' intenzione precisa di permettere agli unici attori possibili, artisti e pubblico, di riacquistare facoltà di scelta, potere decisionale.
Non sono un tecnico. Non sono un artista.
Il mio lavoro è esclusivamente inteso a costruire una struttura. Professionale, commerciale, reale, in un parola. Una struttura che consenta un’espressione libera, costruisca un background con radici profonde, realizzi quella solidità di base che permette uno sviluppo continuativo.
Questo percorso deve avere, e avrà, un obiettivo concreto. Deve portare chi crea e chi produce o distribuisce a comunicare, a confrontarsi, a trovare altri modi, nuove strade per proporre qualcosa che possa restare.
Ecco perché la nostra prima iniziativa ha assunto la forma di un concorso che prevede l’aumento dei premi in rapporto al numero delle adesioni. Se l'associazione cresce è grazie alle opere che la rappresentano, e al consenso che le iniziative che promuove possono suscitare. È giusto che chi partecipa sia interessato dallo stesso processo, e possa condividerne i risultati. È giusto che l'artista stesso riceva in rapporto ai consensi, esattamente come accade a qualsiasi professionista.
Parallelamente a quest’idea si colloca la proposta dell’azzeramento di figure intermedie tra artista e pubblico. Vincere il concorso, essere selezionati corrisponde ad un’immediata esposizione commerciale, che rappresenta l’espressione pratica di quest’ottica. Vendere senza vendersi. Entrare in contatto per comunicare. Offrire, ricostruendo una domanda ripetutamente frenata dalla mancanza di apertura, dal considerare l’arte, il prodotto, un fenomeno a parte dal quotidiano.
Un cenno finale alla presenza, o all’assenza, di una giuria.
Una giuria da prestigio ad un concorso? Indubbiamente. Per il futuro e per tipologie diverse di concorso e di esposizione ci penserò, se ne individuerò però un contributo concreto per il contesto e non il risultato di una forma di marketing travestito.
Il mio obiettivo, come direttore e responsabile operativo e commerciale della Ventitre01 si esprime nel seguire la logica dei fatti, un indirizzo che è quello del conseguimento del risultato. Mettere in comunicazione, restituire la libertà di scelta, abbattere quelle barriere che in un’epoca come quella che stiamo vivendo, nell’era della comunicazione, sono state alzate ulteriormente proprio da quei mezzi che avrebbero dovuto abbatterle, nell’eterna, paradossale pratica di usare i mezzi “nuovi” al posto di quelli “vecchi” utilizzandoli con la stessa funzione. Una funzione di controllo, di illusoria libertà e potenzialità creativa, corrosa, in realtà, dalla divisione degli ambiti, dalla persistenza delle prerogative.
Non sono un mecenate. Non sono un illuso. Sono, piuttosto, uno scettico, che studia le correnti, in cerca di un angolo di virata. Sono consapevole che quest'angolo non lo troverò in solitaria. Sto imparando.
Per questo voglio cercare il dialogo, il confronto. Per capire dagli artisti stessi, interessati ad imporsi come professionisti della creatività, quali siano le esigenze concrete, irrisolte, che frenano la corrente.
Proverò ad ascoltare, valuterò dubbi, proposte, e perplessità, perché è l’unico modo per poter crescere, e crescere velocemente. È unicamente la critica fine a stessa a non indicare un'idea alternativa, un margine di azione.
Grazie. A chi si sforzerà di credere che un modo diverso di ascoltare, di fare, esiste. E può essere messo in atto.
Dott. Alessandro Cavaliere
Direzione Ventitre01