Ventitre01 intervista Federico Pisciotta
Ventitre01 interviews Federico Pisciotta
Uno dei più interessanti pittori italiani, tra figurazione e neopop, metafisica e avanguardia, declinate nella più assoluta contemporaneità. Un'intervista completa ed esauriente che permette di approfondirne scelte stilistiche, teoria e pratica artistica.
Come definirebbe il suo percorso artistico?
Come una continua ricerca del bello anche dove non te lo aspetteresti mai. Un lungo viaggio ritratto su quei supporti che lasciano oggi una traccia tangibile del mio mondo interiore fatto di simboli e allegorie. Un percorso pittorico di oltre trent’anni che mi ha dato grandi soddisfazioni e che spero abbia il futuro per il quale ho scelto di creare tutto questo.
Come è possibile descrivere il panorama artistico attuale? La pluralità di forme e la commistione di linguaggi rappresentano un aspetto da valorizzare o un elemento disturbante nella definizione della propria identità artistica?
Un caos irrefrenabile in continua ed eterna evoluzione. Ed è proprio questo nuovo aspetto claustrofobico a dettare spesso i parametri soggettivi della ricerca artistica contemporanea che si avvale di nuove tecnologie e medium di comunicazione all’avanguardia. Sono però tutt’altro che disturbanti. Credo che la molteplicità dei nuovi linguaggi espressivi rafforzi il lavoro dell’artista stimolandolo alla ricerca di quella personale originalità comunicativa, da molti rincorsa, che definisce la propria identità stilistica.
Il progetto, l’idea, vengono prima dell’opera o si sviluppano intorno ad essa?
Non sempre è così facile seguire una metodica prestabilita quando si tratta di creare un’opera d’arte. Molto spesso, almeno per quanto mi riguarda, la fase progettuale del lavoro assume un ruolo fondamentale nell’ideazione e nella costruzione spaziale dell’opera anche se poi, al momento dell’esecuzione, può anche verificarsi un totale stravolgimento dovuto magari alla tecnica adottata o alla casualità. Quest’ultima contribuisce a catalizzare la partecipazione emotiva dell’artista nei confronti dell’opera stessa, tanto da conferirle quella rara espressività che andiamo volutamente e continuamente ricercando.
Qual è la sua visione del mercato dell’arte? Considera importante conoscerne le dinamiche?
Pessima. Al di là della crisi economica mondiale l’Italia è sicuramente il paese che scoraggia più di ogni altro la produzione artistica nazionale per l’atteggiamento fiscale adottato nei confronti del mercato dell’arte. Iva e tasse hanno fortemente indebolito i rapporti tra artisti e gallerie ormai costrette a chiudere i battenti perché considerate botteghe di lusso anziché luoghi di cultura. E’ uno dei motivi per cui si è in cerca di strade alternative, solitamente via web, dedicate esclusivamente alla promozione dell’arte a livello internazionale.
Qual è il suo rapporto con il pubblico?
Lo considero la fase finale dell’opera, la più importante. E’ il giorno del giudizio. Solitamente aspetto che sia proprio il pubblico a scegliere la chiave di lettura guidato dalle proprie impressioni, dalla propria cultura e dalla propria immaginazione. Attraverso la critica spontanea dell’osservatore curioso riesco a capire se il mio lavoro è giunto ad un buon punto o se, addirittura, ha superato le mie aspettative.
Come sviluppa il suo lavoro?
Sulla base di molti disegni ed elaborazioni di pensiero. Ho bisogno di lunghi periodi di riflessione prima di mettermi all’opera. Dopo aver pianificato un progetto di lavoro e dopo aver selezionato quelli che saranno i protagonisti principali di una lunga serie di opere, passo alla fase esecutiva. Comincio a sfogarmi sulle tele per “raccontare” l’immediatezza di quel brivido che ti scorre sulla schiena attraverso l’uso di un elemento per me assolutamente indispensabile: il colore.
Quali tecniche ritiene di maggior interesse?
Da molti anni ormai utilizzo tecniche miste su svariati supporti, anche alternativi. Durante l’esecuzione di queste tecniche scopro sempre nuovi effetti materici dovuti proprio alla casualità del procedimento pittorico adottato. Lo trovo assolutamente compatibile con il mio istinto creativo in cerca di un “ibrido” tra figurazione ed action painting difficilmente abituati a coesistere.
Quali artisti contemporanei apprezza e/o considera vicini alla propria ispirazione?
Difficile a dirsi. In tutta la mia esperienza pittorica ho guardato a grandi maestri del passato e del presente. Ora sono in cerca di un connubio tra Sartorio, Boldini, Thiebaud e Pollock in un contesto contemporaneo post moderno ossessionato da internet. Penso che se solo guardassimo al panorama artistico internazionale nella sua totalità, fatto di coabitazioni e nuove prese di posizione nei confronti dell’arte stessa, ci accorgeremmo che al di là dei medium utilizzati vige un solo fattore comune: la rivisitazione.
Tecnologia, tecniche tradizionali, creatività, progettualità, importanza del soggetto. Come ha definito la propria cifra stilistica?
Cerco sempre di attirare l’attenzione dello spettatore attraverso l’interposizione di elementi facilmente riconoscibili e apparentemente familiari “ibridandoli” in uno spazio invisibile e atemporale fatto di sola materia pittorica. L’opera deve invitare l’osservatore a riflettere sulla collocazione, a volte improbabile, degli oggetti che solitamente ritraggo in versione macroscopica e che nascondono le sofferenze dell’uomo mimetizzate da una abbondante dose di ironia. Una nuova figurazione in chiave neo-pop che “racconta” una semplice quotidianità, fatta di misteri insoluti e introspezioni, alterata dalla forza d’urto del colore che inganna profonde emozioni.
How do you define your artistic path?
I think of it as an endless searching for Beauty, even where you don’t expect to find it. A long journey portrayed on a kind of supports that leaves a tangible trace of my inner world, made of symbols and allegories. A path of more than thirty years that gave me great satisfactions and that I hope has the future because of which I choose to create all of this.
How it is possible to describe contemporary art’s horizon nowadays? Multiplicity of forms and a melting of languages can be seen as a valuable aspect or a confusing element throughout the definition process of the author’s artistic identity?
An unstoppable chaos always in eternal motion. And this new claustrophobic aspect is exactly what dictates often the subjective parameters of the contemporary artistic research, that uses new technologies and avant-guarde communication media. I think they are far to be annoying, too. I believe that the multiplicity of expressive languages makes the artistic work stronger, stimulating the artist, bringing her or him to look for that personal – and original – way of communicate, searched by many, that defines our own artistic identity.
The project, the idea, come before the artwork or within it, as it is taking shape?
It is not always easy to follow a fixed method of proceeding when the aim is to create an artwork. My personal designing phase assumes a main role most of the times, for what is concerning the idea and the spatial construction of the artwork, even if, at the very moment of the making, it is possible to witness a complete makeover, provoked by the technique adopted or simply by fortuity. The last one contributes to catalyze the emotional involvement of the artist with the artwork itself, giving it that rare expressive quality we deliberately and continuously are searching for.
What is your perspective on the art market? Do you think it is important to know precisely how it works?
I find it terrible. Beyond the world’s economic crisis, Italy is definitely the country that more than any other discourages the artistic national making because of its taxes’ politics related to the art market. This aspect has weakened very much the relation between the artists and the galleries, forced to close because people start to consider them as luxury shops instead of culture’s places. This is one of the reason why we search for alternative ways, usually via web, exclusively dedicated to promote art internationally.
What is your relation with the potential public? How do you feel about the eye of the observer?
I valuate it the final phase of my work, and the most important one. It is the judgement day. Usually I wait for the public to choose the right interpretative key, driven by its own impressions, its cultural background and imagination. Through the spontaneous critics of the observer I succeed in understanding the point the artwork reach or even if it went beyond my expectations.
How do you develop your work?
On drawing’s and thoughtful work basis. I need a long phase thinking of an artwork before begin to make it. After planning the artwork project and selecting the main subjects of what will become a series, I take a step further and begin to work. I start to confide in the artwork, using it to narrate the immediacy of that shiver that runs on your spine through the element I absolutely need: the color.
What kind of techniques are you most interested in?
Since many years I have been using mixed media on various supports, traditional and alternative. During the execution of these techniques I always find new material effects created just by the fortuity that belongs to the painting technique I choose. I find it absolutely compatible with my creative instinct, searching for an hybrid that melts figurative and action painting, two curents difficultly used to co-exist.
Who are the contemporary artists you consider the closest to your inspiration? Who are the ones you appreciate most?
t is difficult to say. During my painting’s experience I looked at great masters of the past and the present time. Now I am searching for a fusion between Sartorio, Boldini, Thiebaud and Pollock in a contemporary post modern horizon that is obsessed by the Internet. I think that if we only look at the whole international art landscape, made of co-housings and new stances about the Art itself, we will find that beyond every medium used stands only a common factor: the revisiting one.
New media, traditional techniques, creativity, designing, importance of the matter. How did you choose your stylistic matrix? How do you work on it?
I always try to catch the eye of the observer through the interposition of easily recognizable elements, familiar subjects combined in an invisible, out of time space made only of painting matter. The artwork has to invite the observer to think about the position, sometimes improbable, of the portrayed macro objects that hide the human sufferings with ironic camouflages. A new neo pop figuration that tells people about a daily life made of unsolved mysteries and introspective visions, altered by the strength of the color impact, that mislead deep emotions.